Figliodellarte: “I nostri predecessori”

La presenza dell’arte nella società è da sempre stata “uno standard de facto“. Sin dalle origini dei tempi, i nostri antenati erano usuali intraprendere attività o svolgere compiti, con l’obiettivo di produrre o risolvere determinati problemi. Le discipline oggetto di queste attività e compiti erano svariate, e sebbene, a quei tempi, la manualità non fosse molto sviluppata, contestualmente alle tecniche di produzione, esisteva un grado di evoluzione, tale per cui risultava, almeno per quel periodo evolutivo, possibile prendere coscienza e sviluppare forme di comunicazione, incredibilmente evolute. Per forme di comunicazione, intendo tutte le possibili forme di espressione rappresentabili utilizzando i mezzi di un determinato periodo storico. Se prendiamo come riferimento la civiltà degli Egizi (3900-3150 a.c.), possiamo riscontrarne appieno l’attività, tramite le svariate opere scultoree, le costruzioni, i disegni, le raffigurazioni iconografiche e le ceramiche. Questo dimostra come fosse possibile pensare ad una forma di comunicazione non verbale già attiva in quel periodo storico. L’arte come mezzo di comunicazione, un modo attraverso il quale un popolo come gli Egiziani ha potuto raggiungere un grado di evoluzione tale da sconvolgere ancora gli studiosi di settore di oggi. A parte la maestosità e la bellezza, il valore affettivo e la preziosità di tali creazioni artistiche, l’arte come mezzo evolutivo, di un popolo, è la conseguenza logica degli eventi, fattore ad oggi considerato indispensabile per il raggiungimento di un grado evolutivo superiore. E’ difficile dare un’interpretazione oggettiva relativamente all’arte come mezzo ricreativo, relativamente ad un periodo storico come quello Egizio, difatti, nonostante le innumerevoli attività, considerabili artistiche, svolte sotto forma di attività professionali (come per esempio gli scriba), possiamo ritenere che solo una piccola parte, delle forme di attività d’arte, giunte ai nostri giorni, siano da ritenersi attività svolte per passatempo o “per gioco”. Questo rende l’idea del valore attribuito all’arte e ai suoi derivati, all’interno di una società antica, come quella degli Egiziani. La presenza di iconografie come forma di comunicazione, l’utilizzo di opere maestose e quasi irrealizzabili, l’utilizzo di stereotipi identificabili e geniali, ci pongono di fronte ad una civiltà che ha potuto utilizzare l’espressione artistica, pesantemente, in modo inerziale e istintivo, come mezzo evolutivo, come meccanismo per poter trasmettere informazioni di generazioni in generazioni, come strumento per poter migliorare le condizioni umane. Tutto questo pone le basi per le civiltà “a venire”, in modo esemplare, senza ausilio di macchinari automatici o strumenti digitali avanzati, ma soltanto con la forza e la mente umane.

Quest’ultima considerazione ci rende consapevoli che ciò che lega l’evoluzione del genere umano, con il grado evolutivo maggiore è sistematicamente legato alla quantità di arte prodotta nel tempo necessario all’evoluzione stessa, qualsiasi arte sia. Questo concetto esprime il legame tra il tempo e il concretizzarsi delle vicende, la realizzazione delle opere, lo sviluppo delle società. Ogni cosa è legata al tempo e all’arte prodotta nello stesso frangente; non è sistematicamente detto che l’arte prodotta genererà un grado evolutivo maggiore, in ogni caso, porterà un suo contributo, genererà i dubbi e le perplessità necessarie per ottenere le risposte giuste ed infine renderà più bella e vivibile, questa grande roccia che gira ogni giorno, chiamata Terra.

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