Colorata come la fantasia pura di un bambino, lontana da brutti pensieri, innesca quella sensazione di benessere che dona equilibrio, allegria, entusiasmo e voglia di fare, anche se non sempre si tratta della situazione e del momento giusto per tale stato d’animo.
La combinazione esatta che attraverso i meccanismi giusti riesce ad aprire le porte verso un nuovo modo di osservare la realtà delle cose. Un’astrazione surreale, che viene percepita e che in modo differente viene acquisita e utilizzata in maniera assolutamente soggettiva, per trarre nuove conclusioni, ottenere nuovi spunti o semplicemente per sentirsi proprietari di una consapevolezza profondamente nuova e degna di essere considerata tale.
Imprevisto scaturito dalla volontà altrui di generare una nuova forma di espressione, non sempre correttamente acquisita ed assorbita da colui il cui esclusivo computo, rimane quello di osservare, percepire e capire.
Connessa ed infinitamente profonda come l’universo, potrebbe essere definita la meccanica che lega la generazione dell’arte, all’arte stessa, sottile e discreta, volta alla manifestazione di una nuova ricchezza altresì inespressa.
Espressionelogica scientificamente provata, ma anche rappresentazione personale o soggettiva di qualcosa che difficilmente potrebbe diventare di comprensione di qualcuno. Lecito tentativo di attrarre l’inconsapevole pubblico, esistente esclusivamente per il solo mero scopo di godere dell’arte manifestatasi a sua insaputa.
Godimento e disprezzo, verso ciò che di nuova mera rappresentazione va ad arricchire il panorama arido e sterile di una realtà non sempre degna di essere vissuta in modo non egregio e incoerente.
Perturbazione squilibrante di quanto di più sdegno può talvolta considerarsi il mondo esterno. Un modo che da origine ad una forma di attrazione fisica e mentale, nata a seguito della generazione di una certa quantità di similitudini derivanti dalla cultura ottenuta a seguito della nuova rappresentazione. Attrazione ma anche repulsione a ciò che è nato per determinare la perturbazione, avente come scopo primario, quello di destabilizzare il pubblico, in modo completo.
Maturità di uomo o di donna, raggiunta a seguito dello scorrere inevitabile del tempo e delle vicissitudini, ma anche infanzia e fanciullezza di bambino e di bambina, manifestatesi a seguito della primordiale fase di creazione. La novità in assenza di tempo, che determina essa stessa, destabilizzazione, perturbazione e motivo di nuova generazione.
Nuovo modo per poter spendere del tempo in modo costruttivo, evitando di dover generare, stupire, studiare, ricordare. Diventa un meccanismo di confronto e sberleffo, nel caso ci sia modo e motivo per un confronto costruttivo tra generatori. Un’inerzia di azione e reazione completata ad arte, che va ad alimentare quei canali culturali intangibili, che rappresentano talvolta le motivazioni stesse della nuova manifestazione esistenziale.
Manifestazioneconcreta, esatta, percepita, ma anche astrazione di ciò che ancora non è pronto per essere determinato pubblicamente.
L’estroversione di ciò con cui non sempre è possibile ricondurre una necessità tangibile in modo oggettivo, che diventa ideanuova di uso per un determinato o specifico motivo.
La motivazione che manifesta la possibilità di utilizzo a scopo ludico o semplicemente a scopo culturale, traduce la staticità e l’astrazione dell’arte in dinamismo di idee, volontà e azioni.
Tutto ciò si rende realtà nuova, non altresì determinabile, senza le predette condizioni e senza cui altre forme ludiche di creazione potrebbero mai prendere spunto per arricchire o controbattere le nuove idee manifestatesi pubblicamente e non.
Un giocoperfetto, ed in perfetto stile, che ad opera d’arte arricchisce il panorama universale, determinato da logiche ed inerzie, non sempre tangibili e comprensibili alla mente umana.
Ragion per cui si rende necessario e sufficiente questo “nuovo” tipo di manifestazioneentropica, legato a e, a cui, universo, materia e non materia, sono e saranno perennemente connesse.
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Figliodellarte: “Il gioco dell’Arte”
Colorata come la fantasia pura di un bambino, lontana da brutti pensieri, innesca quella sensazione di benessere che dona equilibrio, allegria, entusiasmo e voglia di fare, anche se non sempre si tratta della situazione e del momento giusto per tale stato d’animo.
La combinazione esatta che attraverso i meccanismi giusti riesce ad aprire le porte verso un nuovo modo di osservare la realtà delle cose. Un’astrazione surreale, che viene percepita e che in modo differente viene acquisita e utilizzata in maniera assolutamente soggettiva, per trarre nuove conclusioni, ottenere nuovi spunti o semplicemente per sentirsi proprietari di una consapevolezza profondamente nuova e degna di essere considerata tale.
Imprevisto scaturito dalla volontà altrui di generare una nuova forma di espressione, non sempre correttamente acquisita ed assorbita da colui il cui esclusivo computo, rimane quello di osservare, percepire e capire.
Connessa ed infinitamente profonda come l’universo, potrebbe essere definita la meccanica che lega la generazione dell’arte, all’arte stessa, sottile e discreta, volta alla manifestazione di una nuova ricchezza altresì inespressa.
Espressione logica scientificamente provata, ma anche rappresentazione personale o soggettiva di qualcosa che difficilmente potrebbe diventare di comprensione di qualcuno. Lecito tentativo di attrarre l’inconsapevole pubblico, esistente esclusivamente per il solo mero scopo di godere dell’arte manifestatasi a sua insaputa.
Godimento e disprezzo, verso ciò che di nuova mera rappresentazione va ad arricchire il panorama arido e sterile di una realtà non sempre degna di essere vissuta in modo non egregio e incoerente.
Perturbazione squilibrante di quanto di più sdegno può talvolta considerarsi il mondo esterno. Un modo che da origine ad una forma di attrazione fisica e mentale, nata a seguito della generazione di una certa quantità di similitudini derivanti dalla cultura ottenuta a seguito della nuova rappresentazione. Attrazione ma anche repulsione a ciò che è nato per determinare la perturbazione, avente come scopo primario, quello di destabilizzare il pubblico, in modo completo.
Maturità di uomo o di donna, raggiunta a seguito dello scorrere inevitabile del tempo e delle vicissitudini, ma anche infanzia e fanciullezza di bambino e di bambina, manifestatesi a seguito della primordiale fase di creazione. La novità in assenza di tempo, che determina essa stessa, destabilizzazione, perturbazione e motivo di nuova generazione.
Nuovo modo per poter spendere del tempo in modo costruttivo, evitando di dover generare, stupire, studiare, ricordare. Diventa un meccanismo di confronto e sberleffo, nel caso ci sia modo e motivo per un confronto costruttivo tra generatori. Un’inerzia di azione e reazione completata ad arte, che va ad alimentare quei canali culturali intangibili, che rappresentano talvolta le motivazioni stesse della nuova manifestazione esistenziale.
Manifestazione concreta, esatta, percepita, ma anche astrazione di ciò che ancora non è pronto per essere determinato pubblicamente.
L’estroversione di ciò con cui non sempre è possibile ricondurre una necessità tangibile in modo oggettivo, che diventa idea nuova di uso per un determinato o specifico motivo.
La motivazione che manifesta la possibilità di utilizzo a scopo ludico o semplicemente a scopo culturale, traduce la staticità e l’astrazione dell’arte in dinamismo di idee, volontà e azioni.
Tutto ciò si rende realtà nuova, non altresì determinabile, senza le predette condizioni e senza cui altre forme ludiche di creazione potrebbero mai prendere spunto per arricchire o controbattere le nuove idee manifestatesi pubblicamente e non.
Un gioco perfetto, ed in perfetto stile, che ad opera d’arte arricchisce il panorama universale, determinato da logiche ed inerzie, non sempre tangibili e comprensibili alla mente umana.
Ragion per cui si rende necessario e sufficiente questo “nuovo” tipo di manifestazione entropica, legato a e, a cui, universo, materia e non materia, sono e saranno perennemente connesse.
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