“La Guerra dei Mondi”

“La Guerra dei Mondi”

Bisognerebbe fare chiarezza su quello che viene spesso introdotto e di cui si parla senza conoscerne appieno il significato, che in questo caso assume le sembianze di un grande serpente o drago minaccioso che attende solo il momento giusto per attaccare ed uccidere la preda.

Il termine di cui stiamo parlando è quello comunemente attribuito alle situazioni di conflitto che non sfociano quasi mai in uno stato di equilibrio generale. La voglia di potere, la necessità di trarre beneficio da una situazione di altrui mancanza, sono la manifestazione egoistica di ciò che genera ciò che viene chiamato in gergo tecnico: “guerra”.

La letteratura, definisce la guerra come un fenomeno sociale caratterizzato da una o più situazioni di scontro, con lo scopo di ristabilirne un ordine e un equilibrio pre-esistente, da cui il termine tedesco werran ossia mischia.

Le guerre esistono da sempre, sin dalla preistoria, popolazioni nomadi si spostavano alla ricerca di nuove terre, generando terrore, morte e distruzione in prossimità dei loro obiettivi principali.

Esistevano però anche situazioni analoghe in cui il desiderio di espandere il dominio di un popolo raggiungeva il limite invalicabile di una frontiera percorribile esclusivamente con l’ausilio di un esercito, delle armi e molto, molto coraggio.

C’erano però anche quelle situazioni in cui era sufficiente un bicchiere di troppo e un paio di donne, per generare tensione, rabbia e situazioni di manifestata violenza.

Nel caso di quest’ultime, il focolaio o la provocazione è il termine più appropriato da utilizzare, ossia la situazione primordiale, che ha innescato il meccanismo distruttivo generato dalla guerra.

Tecnicamente la guerra è determinata da alcune fasi che in genere sono sempre presenti allo scatenarsi di ogni conflitto. Queste fasi sono riconducibili a una fase di squilibrio iniziale o tensione, seguita successivamente da una fase di crisi, che è immediatamente precedente alla fase successiva, determinata dal conflitto.

Sino ad oggi sono state classificate due tipologie di guerre: una guerra convenzionale e una guerra non convenzionale. La prima è caratterizzata da delle armi e da un esercito che combatte in modo aperto, senza ausilio di armi di distruzioni di massa.

La seconda invece, è quella che oggi rappresenta la minaccia più profonda che può determinare una guerra, ossia tutto ciò che tecnicamente e tecnologicamente ha raggiunto dal punto di vista evolutivo, al massimo del suo progresso.

In questo caso, l’utilizzo di armi nucleari e chimiche sono di ausilio ad una formazione militare sempre più orientata all’annientamento del nemico, in modo sempre più efficiente.

In questo periodo, nel mondo, sono stimati una sessantina di conflitti ancora aperti, per un totali di circa novanta stati coinvolti. Tutto questo si riassume, nel 2025, con una guerra Russia-Ucraina ed un fronte Iran-Israele-Palestinese, divenuti oggi gli argomenti più discussi.

Questi ultimi due protagonisti, riassumono ciò che di più formale, possa essere rappresentato dal punto di vista bellico ai giorni d’oggi.

Nel primo caso, il mero desiderio di potere ha generato una guerra che ancora oggi prosegue senza che sia possibile raggiungere una situazione di equilibrio.

Nel secondo caso invece, una lotta storica tra fazioni, condotta sulla base di ideologie religiose, hanno condotto due popoli a scontrarsi fra di loro in modo costante e continuo e sulla base esclusiva di provocazioni, senza possibilità di mediazione alcuna.

A fronte di tutto questo, la presenza superiore di una nazione in grado di controllare da remoto e attendere oppure prendere le decisioni definitive in grado di mettere al sicuro l’intera umanità.

Una situazione costante e consueta ma intelligente ed evoluta esclusivamente dal punto di vista tecnologico, con un limite strutturale caratterizzato dalla necessità di generare interesse ulteriore, determinare nuovo potere e consolidare nuovi obiettivi economici, attraverso l’uso e il consumo di materiale prodotto dall’industria bellica.

Tutto questo, privando l’umanità ed il mondo di quanto sarebbe stato possibile ottenere, spostando l’attenzione su nuovi bisogni e sugli obiettivi da realizzare, relativamente ad un nuovo popolo e ad una nuova e definitiva evoluzione umana.

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