La “Razza Umana”

La “Razza Umana”

Era il lontano 1942, per l’esattezza il 28 Febbraio, a Milano, quando, da una delle più importanti famiglie “bene” del tempo, nacque quello, che per antonomasia è divenuto l’esempio di una nuova espressione dell’arte fotografica moderna, il Sig. Oliviero Toscani.

Figlio d’arte, a causa del padre, fotoreporter storico del Corriere della Sera, iniziò i primi scatti fotografici sin da piccolo, ritrovandosi protagonista, proprio sul Corriere, con una delle sue prime opere fotografiche, che ritraeva, in questo caso, il volto di Rachele Mussolini, sofferente a causa della morte del marito.

La vita di Oliviero, fu dedicata completamente alla fotografia, infatti, subito dopo il liceo, decise di intraprendere studi specializzanti in ambito fotografico, conseguendo, nel 1965, il diploma di fotografia alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, allievo di nomi prestigiosi come Serge Stauffer, Marcel Duchamp e Karl Schmid, figure grazie alle quali riuscì ad ottenere la preparazione e tutte le influenze necessarie per intraprendere la carriera di fotografo sperimentale.

La pubblicità diventò il settore di riferimento in cui Oliviero esprimeva al meglio la sua arte impressiva, che però arricchiva sempre con i contesti, ma soprattutto con i personaggi necessari alla sua definizione di arte.

Dal primo scatto per il famosissimo cornetto Algida, in cui tre ragazze gustano il gelato su di un tandem, alla pubblicità dei Jeans Italiani Jesus, in cui compaiono le natiche di una modella con su scritto “Chi mi ama mi segua“, fino agli spot televisivi dei capi di abbigliamento Facis, passando poi ad attività più specifiche per riviste specializzate come Elle, Vogue, GQ, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern, ma anche per campagne pubblicitarie di aziende del calibro di Valentino, Chanel, Fiorucci, Esprit e Prénatal.

La scelta esatta di ambiente, personaggio e tecnica, diventano la risultante di un processo di crescita progressivo che gli permette di creare opere fotografiche di riferimento culturale in contesti come la moda e la pubblicità, evolvendo il concetto di pura arte fotografica in un nuovo concept basato su immagine e sensibilizzazione sociale.

Temi come razzismo, omosessualità, omofobia, anoressia, sicurezza e libertà, diventano quindi i protagonisti delle campagne fotografiche di Oliviero, e raggiungono alle soglie del 2020, l’apice della loro popolarità, attribuendo al fotografo il nuovo ruolo di Creative Hero.

Una nuova forma di espressione che lega il protagonista dell’opera al proprio contesto di riferimento, sottolineando le differenze, le qualità, i difetti, le imprecisioni, la bellezza, l’età, lo sport, il sesso e la razza. Senza l’utilizzo di tecnicismi che sarebbero esclusivamente un modo per generare dell’estetica banale e fine a se stessa, ma analizzando e scegliendo ciò che madre natura ha fornito ad ognuno di noi, un volto e un corpo.

L’ideologia di Oliviero, conduce lo spettatore e lo guida lungo il proprio percorso introspettivo di essere umano.

Una collezione di circa 150 immagini conducono il progetto fotografico di Toscani alla rappresentazione di ciò che viene considerato “essere se stessi a fronte di una macchina fotografica”.

Un dialogo perfetto tra fotografo e modello esistenziale, caratterizzato da un’intima ma profonda somiglianza, fatta di costumi, volti, acconciature, tratti somatici, espressioni, e contorni, necessari per tracciare un percorso volto alla definizione di evoluzione umana nel proprio complesso.

Un processo di comprensione, diretto semplicemente dalla definizione stessa di essere umano, raggiungibile attraverso l’analisi dei dettagli e delle qualità o delle differenze individuali, ma anche acquisendo quel background culturale che lega ogni aspetto individuale ad una consapevolezza superiore, tale per cui esista quel legame profondo e completo tra la nostra razza a tutto il resto dell’universo.

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