Sembra quasi scontato talvolta paragonare business ed industria con il significato strettamente connesso alla generazione dell’arte.
Bisogni primari, beni, servizi e prodotti di secondaria necessità, sono la conseguenza di quanto più evoluto e’ diventato il mondo fino ad oggi.
Strategie commerciali a parte, il dovere di ciascuno di noi oggi è quello di mantenere una condotta impeccabile utilizzando quanto l’industria ci ha fornito.
Personalmente, ritengo di appartenere ad una cerchia di persone che pensa ancora che sia necessario poter vivere godendo di quello che il tempo ci ha fornito, senza coercizioni o condizionamenti.
La possibilità di scegliere, o quantomeno “il libero arbitrio”, sono la vera manifestazione di un’evoluzione sociale e umana.
Un’altro fattore importante da sottolineare è quello correlato al concetto di libertà. La possibilità di esprimersi in modo adeguato e liberamente divulgare il proprio pensiero e la propria parola, sono la manifestazione del concetto di sé. Se inteso come essere umano consapevole delle proprie capacità, delle proprie scelte e delle proprie azioni.
Tutto questo potrebbe esprimersi attraverso i concetti di identità personale e di personalità, che trovano qualche volta sbocco, in attività legate alla generazione diretta o indiretta di arte.
L’arte diventa quindi un mezzo di comunicazione attraverso cui, poter “sfogare” la propria personalità e manifestare la propria identità.
Lungi da essere prodotto necessario e sufficiente per la sopravvivenza, talvolta sinonimo di pazienza, talvolta invece espressione di rabbia o frustrazione.
Mezzo di produzione personale o destinato alla massa, a scopo ludico o didattico, ma che risulta lungi dal rappresentare il bene ottimale dal punto di vista del ritorno dall’investimento, l’arte e i suoi derivati continuano a rappresentare un elemento fondamentale della nostra esistenza, accompagnandoci e rendendoci consapevoli di quanto possa essere così efficace quanto efficiente, senza dover per forza servire a qualcosa.
“Figliodellarte“