Figliodellarte: “Artifici nascosti”

Prepotente come non mai, l’arte ormai sta diventando la protagonista principale di ogni istante della nostra vita. Dalla mattina alla sera, la nostra mente è continuamente sottoposta a stimoli, e ogniuno di questi stimoli sono generati da una miriade di elementi eterogenei tra loro. Ciascuno di questi elementi produce reazioni e genera in noi comportamenti differenti. Sono le leggi della fisica che scientificamente descrivono esattamente il perchè l’essere umano adotta comportamenti differenti ed è influenzato in modo sostanziale da questi elementi, ma alla base c’è sempre una e una sola cosa “l’arte“. Tutto quello che facciamo è percepire l’arte ed essere condizionati, sia positivamente che non, dalle reazioni chimiche che ha prodotto in noi stessi. Non sempre ci è possibile reagire utilizzando una forma di comunicazione o espressione simile, per cui, a questo punto, accade ancora una cosa differente, “lo stupore“. Quando però ci è possibile, in qualche modo, confrontarci con questi elementi generatori di emozioni, accade un’altra cosa importante, si genera “la consapevolezza“.

Da cui possiamo dedurre che l’arte può essere considerata una forma di comunicazione generatrice di reazioni chimiche riassumibili in emozioni, riconducibili ad uno stato interno nuovo, chiamato consapevolezza.

Non è semplice e soprattutto chiaro, capire in che modo sia possibile tutto questo, soprattutto quando l’arte è stata generata da un soggetto esterno al nostro essere; il fatto è che ci sono dei fattori, ancora nascosti, che però possono condurre l’osservatore ad essere consapevole, a reagire e a compiere azioni differenti, in funzione di qualche logica misteriosa. Quale sia questa logica misteriosa, ancora non è possibile prenderne pienamente visione in modo scientifico, e quanto meno, e di questo ne siamo consapevoli, l’arte non è sempre generata, in funzione delle reazioni che andrà poi a scatenare nel pubblico osservatore.

Questo viene chiamato, “istinto creativo“, ed è un fattore molto più profondo del semplice piacere nello svolgere una specifica attività. L’istinto creativo è una forma di espressione inconscia, che permette al creatore, di esprimere l’arte e darle vita. Questo istinto creativo è più o meno profondo, e determina la cosiddetta “profondità artistica“, ossia la capacità di generare arte, comprensibile, in senso filosofico e riconducibile intellettualmente, ad un livello culturale più profondo. Questo significa, che l’opera generata, esiste e si esprime, in quanto legata artisticamente ad un’opera pre-esistente, completandone il fine ed esaltandone il valore culturale. Ci troviamo di fronte quindi ad una serie di “artifici nascosti“, che ci permettono di avere la percezione dell’arte in senso pieno ed appagante, ma che nello stesso tempo, instaurano in noi, una forma di disagio, desiderio, necessità, scatenata proprio dall’impossibilità di trovare una spiegazione immediata, che possa giustificare in qualche modo, la rappresentazione di così rara bellezza.

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