Figliodellarte: “L’impressione dell’arte”

Imprimere è un termine che nello specifico assume il significato che deriva dall’attività di imporre un determinato significato distintivo, volto a lasciare un segno indelebile nella storia. Questa volontà è sintomo di una sorta di necessità incondizionata di rendere, in qualche modo, protagonista l’opera, tra la miriade di opere d’arte esistenti. Nulla vieta di porci la domanda relativa al motivo per il quale esista questa necessità incondizionata. Potremmo pensare che questo bisogno incondizionato di produrre originalità derivi da un atteggiamento che fa parte esclusivamente di pochi, considerati comunemente artisti. Normalmente però attribuiamo agli artisti, o “creatori di opere”, aggettivi legati alla solitudine, alla rugosità sociale, al disallineamento dal tempo, aggettivi che molte volte penalizzano sia loro, che le opere stesse. Un’ondata di pregiudizi innescati quasi sempre da un elemento di fondo che li lega, l’ignoranza, o più formalmente, la non conoscenza.

Le valutazioni sostenute, senza la consapevolezza necessaria e quindi senza delle basi solide o senza la conoscenza dell’oggetto di valutazione, possono condurre ad errori madornali, che non contribuiscono al raggiungimento di quel grado di conoscenza che viene generato dalla connessione tra arte o opera e artista o creatore. La ricerca dell’impressione, conduce al rendere magnifica un’opera, in modo tale da renderla inattaccabile da qualsiasi fronte, fermo restando le basi di cui abbiamo già parlato, legate appunto alle proprietà attribuite ad un’opera d’arte. Possiamo dedurre quindi che la ricerca dell’impressione, possa essere considerato un fattore fondamentale, che conduce l’arte ad un’espressività e ad una bellezza maggiori. E’ ovvio che alla fine dei giochi, esisterà una valutazione, e questa sarà generata a partire dalla percezione, che ogni spettatore avrà di un’opera nel suo complesso. Possiamo quindi capire come sia labile e delicato questo concetto e come possa condizionare la produzione e l’esistenza di un’opera.

Impressione ed imprimere diventano quindi due antagonisti che lottano in modo sistematico con lo scopo di bilanciare in ogni caso l’equazione legata alla valutazione finale che ogni spettatore avrà dell’opera. Se da un lato ci sarà la volontà di generare rara bellezza e incredibile magnificenza, dal l’altro, ci sarà un meccanismo generato dalle reazioni che l’opera genererà, a partire dalla propria esistenza. Queste reazioni saranno a sua volta generate da chi avrà la possibilità di entrare in contatto con l’opera, come spettatore attivo consapevole, ma anche come spettatore involontario. Diventa in ogni modo importante sottolineare come possa l’impressione rappresentare l’elemento essenziale costituente un’opera d’arte, senza il quale non esisterebbe né la necessità dello spettatore di goderne, né l’avidità critica del critico, di poterne parlare in modo tale da contrastare con l’imposizione imposta dall’artista durante la fase di creazione.

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